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Affitto breve: come mettersi in regola

Il termine affitto breve identifica alcune formule di locazione che hanno in comune tra loro una durata inferiore rispetto all’affitto tradizionale. Tutti gli affitti al di sotto dei 18 mesi rientrano in questa definizione, che tuttavia a sua volta presenta delle sottocategorie: l’affitto turistico, che arriva a un massimo di 30 giorni, e l’affitto transitorio, ovvero locazioni tra i 30 giorni e i 18 mesi. Analizziamo più nel dettaglio le due categorie.

L’affitto turistico

Si parla di affitto breve di natura turistica quando si tratta di una locazione per un massimo di 30 giorni. È la formula di affitto breve che non prevede la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate ed è sancita da una scrittura privata o contratto.

L’affitto transitorio

Si parla di affitto transitorio quando si parla di una locazione che va dai 30 giorni ai 18 mesi, è qui che risiede la differenza sostanziale con le altre tipologie di affitto che sanciscono un periodo più ampio. È la tipologia di affitto preferita da chi ha un’esigenza abitativa temporanea e che va comunque registrato e certificato con marca da bollo.

Quando è utile l'affitto breve?

Il più delle volte gli affitti brevi vengono richiesti dai turisti ma anche da chi, per esigenze lavorative o personali, deve vivere per un determinato periodo di tempo lontano dalla sua residenza abituale, avendo bisogno di una casa per tutta la durata del periodo: lavoratori fuori sede, pazienti in cura presso un ospedale, lavori in corso presso l’abitazione principale ecc.

Quando si può attuare l'affitto breve?

L’inquilino che deve vivere in un determinato posto che non sia casa sua può scegliere l’affitto breve per permanenze che non devono superare i 18 mesi consecutivi, altrimenti si configura la normativa per le locazioni standard.

Cedolare secca

Per quanto riguarda la normativa riguardo l’affitto del proprio immobile, bisogna avere a mente che ci sono delle tasse da pagare sul ricavo generato da questa attività. Per quanto concerne l’affitto a breve termine bisogna considerare che questo tipo di contratto di locazione non è esente da tassazione. Le tasse che riguardano l’immobile possono essere pagate attraverso l’IRPEF oppure grazie al sistema della cedolare secca, versando la somma suscettibile di tassazione al 21%. In generale, la maggior parte dei proprietari di casa optano per la modalità definita “Cedolare Secca“. Essi optano per questo tipo di tassazione affitti brevi perchè la cedolare al 21% è inferiore all’aliquota prevista dal sistema d’imposte sulle persone fisiche che è attualmente pari al 23%. Quindi, tra le due, è assolutamente da preferire la prima modalità.

Tassa di soggiorno

La seconda tassa di cui i proprietari di casa, che affittano a breve termine, dovranno farsi in parte carico, riguarda la tassa di soggiorno. Questa tassa si paga in base al numero di ospiti e in base alle notti di soggiorno, questo numero viene poi moltiplicato per l’ammontare che il vostro comune avrà fissato. Questo ammontare è riferito all’unità giornaliera.